di: Abruzzo Marrucino

La cicerchiata, un dolce per il Carnevale

Febbraio

Abruzzo

La Cicerchiata

L’arrivo del Carnevale nelle case abruzzesi si sente anche nell’aria, profumata di miele, arancia o mandarino. Sono gli aromi che si sprigionano durante la preparazione del dolce tipico di questo colorato periodo carnevalesco: la cicerchiata. Dolce simile agli struffoli napoletani preparati nel periodo natalizio, si è affermato in Abruzzo e in tutta l’area centro-meridionale dell’Italia, dall’Umbria al Molise, dove insistono importanti produzioni di miele e/o di cicerchia. È inserita nell’Atlante dei prodotti tipici della Regione Abruzzo che così la descrive: “La cicerchiata si presenta composta da palline dorate di pasta fritta, dette “cicerchie” perché ricordano nella forma questa varietà di legume, legate insieme dal miele”.

Il suo nome, infatti, pare derivi dalla cicerchia, antica leguminosa che in molte regioni del centro-sud è riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale italiano, e sta a indicare un mucchio di cicerchie, così come si presenta, sia nella sua forma circolare a corona/ciambella sia in quella di monoporzione. Ricordano i semi e il rinnovarsi del ciclo naturale.

Fino ad alcuni decenni fa la cicerchia era un legume coltivato in tutto l’Abruzzo e costituiva un ingrediente importante dell’alimentazione dei contadini, per i quali rappresentava una fonte supplementare di proteine, assieme agli altri legumi. Oggi la coltivazione della cicerchia abruzzese si è drasticamente ridotta. 

Dolce semplice e dalla fragrante bontà, viene preparato con un impasto semplicissimo di uova, farina, zucchero e olio. Esistono anche alcune varianti legate alla zona e alla fantasia.

 

Ricetta della signora Elisa

INGREDIENTI

Per l’impasto (moltiplicare gli ingredienti secondo le necessità: con 10 uova vengono riempiti circa 50 pirottini):

  • 1 uovo
  • 100 g di farina 00
  • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • succo di un limone (per 10 uova)
  • 2 cucchiai di liquore Sambuca o Anice (per 10 uova)

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Per la preparazione:

  • olio di semi di girasole o arachidi
  • 500 g di miele di acacia (per 10 uova)
  • Succo di 4 mandarini, quelli con i semi e con buccia giallastra (per 10 uova)
  • mandorle sgusciate e tritate
  • zuccherini colorati (a piacere)

 

IL PROCEDIMENTO

Su una spianatoia versate a fontana la farina, inserite al centro le uova, lo zucchero, l’olio extra vergine di oliva, il succo di limone e la Sambuca. Impastate velocemente fino ad ottenere un panetto liscio e compatto (l’impasto deve risultare consistente ma morbido: non deve attaccarsi alle mani). Lasciatelo riposare per alcune ore (potete preparare l’impasto anche in planetaria unendo tutti gli ingredienti).

Dal panetto ricavate dei rotolini di circa 1 centimetro di diametro, tagliateli a pezzettini lunghi circa un centimetro per ottenere dei piccoli gnocchetti.

Friggete le palline/gnocchetti in abbondante olio di semi bollente, poche alla volta, e lasciatele asciugare su carta assorbente.

In una casseruola fate sciogliere il miele su fiamma bassa, aggiungendo il succo dei mandarini, amalgamate. Dopo circa 5 minuti aggiungete le palline fritte e della granella di mandorle. Mescolate con cura fino a che il liquido non si sia ritirato. Spegnete il fuoco e adagiate le palline su un piatto da portata formando una corona (bagnatevi leggermente le mani per fare questa operazione), o nei pirottini di carta come monoporzioni.

Spolverare con le mandorle tritate grossolanamente e, a piacere, con confettini colorati a ricordare i coriandoli.

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