Piazza Alceste De Lollis, 14
Il Comune di Casalincontrada (CH) è situato nella Collina litoranea ad un'altitudine di mt 333 s.l.m. Il suo nome deriva da “Casale” (fundus casalis in latino) nel significato di “aggregato di case rurali” e da “contrada” (contrada regis in latino), nel significato di “strada di luogo abitato” o “strada lunga e larga”, dunque “aggregato di case rurali su una strada lunga e larga”, è un centro abitato storico, che sorge su un crinale collinare. Dall’abitato lo sguardo spazia su un panorama di particolare bellezza: ad est l’ondulata distesa dei colli digradanti verso l’Adriatico, a sud gli aspri rilievi della Majella, ad ovest i Preappennini centrali, a nord-ovest lo scenario del Gran Sasso. Tutt’intorno si distende un paesaggio ricco e vario nel quale spiano verdeggianti colline, calanchi, valloni e fossi punteggiati di cespugli e di oasi boschive, appezzamenti a seminativo, largamente arborati con olivi e fruttiferi, che si alternano, ad intervalli quasi regolari, a vigneti e a colture ortive. Chi giunge a Casalincontrada scoprirà che, nonostante la presenza di reperti archeologici romani, viene nominata per la prima volta in documenti del secolo XIII, quando sul suo territorio operarono i Benedettini. È divenuto poi un “Casale” di Chieti dal 1419, passato poi in proprietà di varie famiglie tra le quali emergono quelle dei Caracciolo, della vicina Bucchianico, e quella dei Del Giudice, che ha dato illustri figli alla storia locale. Verrà poi a conoscenza del nucleo Artistico di Casalincontrada, che presenta un caratteristico impianto fusiforme, custodisce interessanti manufatti dell’architettura civile e religiosa, più volte ed in diversi tempi ristrutturati ed ampliati: il Palazzo Comunale (noto come Lo Castello), la casa baronale Caracciolo-Del Giudice- De Felici, le chiese trecentesche di S. Stefano Protomartire e di Santa Maria delle Grazie. L’arco d’ingresso, a sesto acuto, realizzato interamente a mattoni a lavorazione scultorea, risale al XIV secolo, le altre porte (di sud-est e sud-ovest) sono ricordate rispettivamente col nome di Cerretone e di Pizzoli. Nel rione di San Domenico si può ammirare una grande “cisterna” del Cinquecento, mentre a ridosso del muro occidentale della chiesa parrocchiale si elevano i resti di una “nevièra” (del XVIII sec.), destinata in passato a deposito di neve e ghiaccio. Degne di nota sono anche le chiesuole suburbane di S. Rocco, annessa al cimitero, dell’Iconicella e della Madonna di Fatima (in contrada Carbonaio). Accanto alla villa comunale sorge, infine, la casa natale del più illustre dei casalesi: Cesare De Lollis (1863-1928), insigne letterato conosciuto in Italia e all’estero per i suoi scritti colombiani, dialettologi e linguistici, per gli studi critici che abbracciano l’intero ambito della filologia romanza e le letterature moderne e contemporanee. Non meno importante è l’arte musicale per i casalesi, che si compendia nel nome dei musicisti “Malandra”, che hanno dato vita a gruppi bandistici di grande rilevanza nazionale ed internazionale e che ora prediligono, naturalmente, i ritmi orchestrali moderni. Non mancano feste tradizionali come quella in onore di sant’Antonio Abate e altre festività patronali. Nel periodo estivo, va ricordato, si tiene la “Sagra della Marrocca”, denominazione dialettale della pannocchia di granturco.