Il Comune di Casalincontrada (CH) è situato sulla collina litoranea a un'altitudine di 333 m s.l.m. Il suo nome deriva da “Casale” (fundus casalis in latino) con il significato di “aggregato di case rurali” e da “contrada” (contrada regis in latino), nel significato di “strada di luogo abitato” o “strada lunga e larga”, dunque “aggregato di case rurali su una strada lunga e larga” e ha un centro abitato storico, che sorge su un crinale collinare.
Dall’abitato lo sguardo spazia su un panorama di particolare bellezza: a Est l’ondulata distesa dei colli digradanti verso l’Adriatico, a Sud gli aspri rilievi della Maiella, a Ovest i Preappennini centrali, a Nord-ovest lo scenario del Gran Sasso. Tutt’intorno si distende un paesaggio ricco e vario nel quale spiano verdeggianti colline, calanchi, valloni e fossi punteggiati di cespugli e di oasi boschive, appezzamenti a seminativo, largamente arborati con olivi e fruttiferi, che si alternano, a intervalli quasi regolari, a vigneti e a colture ortive.
Chi giunge a Casalincontrada scoprirà che è un sito di reperti archeologici romani anche se viene nominata per la prima volta in documenti del secolo XIII, quando sul suo territorio operarono i Benedettini. È divenuto poi un “Casale” di Chieti dal 1419, passato in seguito proprietà di varie famiglie tra le quali emergono quelle dei Caracciolo, della vicina Bucchianico, e quella dei Del Giudice che hanno dato illustri figli alla storia locale.
Il nucleo artistico di Casalincontrada, che presenta un caratteristico impianto fusiforme, custodisce interessanti manufatti di architettura civile e religiosa, più volte e in diversi tempi ristrutturati e ampliati: il Palazzo comunale, noto come Lo Castello, la casa baronale Caracciolo-Del Giudice-De Felici, le chiese trecentesche di Santo Stefano Protomartire e di Santa Maria delle Grazie.
L’arco d’ingresso, a sesto acuto, realizzato interamente a mattoni cotti con inserti scultorei, risale al XIV secolo; le altre porte (di sud-est e sud-ovest) sono ricordate rispettivamente col nome di Cerretone e di Pizzoli. Nel rione di San Domenico si può ammirare una grande cisterna del Cinquecento, mentre a ridosso del muro occidentale della chiesa parrocchiale si elevano i resti di una nevièra del XVIII sec., destinata in passato a deposito di neve e ghiaccio.
Accanto alla villa comunale sorge la casa natale del più illustre dei casalesi: Cesare De Lollis (1863-1928), insigne letterato conosciuto in Italia e all’estero per i suoi scritti colombiani, dialettologi e linguistici, per gli studi critici che abbracciano l’intero ambito della Filologia romanza e le Letterature moderne e contemporanee.
Degne di nota sono anche le chiese-cappelle suburbane di S. Rocco, annessa al cimitero, di Santa Maria degli Angeli all’Iconicella e della Madonna di Fatima, in contrada Carbonaio.
Non meno importante è l’arte musicale per i casalesi, che si compendia nel nome dei musicisti “Malandra”, che hanno dato vita a gruppi bandistici di grande rilevanza nazionale e internazionale e che ora prediligono, naturalmente, i ritmi orchestrali moderni. Non mancano feste tradizionali come quella in onore di sant’Antonio Abate e altre festività patronali. Nel periodo estivo, va ricordato, si tiene la “Sagra della Marrocca”, denominazione dialettale della pannocchia di granturco.