di: Anna Crisante

Angelo il pasticciere inventore

Casalincontrada

Il pasticcere inventore Angelo Spadaccini

Il suo bar si trova nella parte più alta del paese di Casalincontrada, a oltre 300 m di altezza. Piacevole è sostare, soprattutto con l’aria fresca estiva, sulla piazza antistante la chiesa madre restaurata nel periodo Barocco, ma dai richiami classicheggianti.

 

Le montagne sono uno scenario familiare del panorama del suo piccolo paese e le ritroviamo nel dolce “Gran Sasso”, una delle specialità da lui ideate e realizzate: una pasta frolla con crema cotta, rifinita con una colata di crema di burro al liquore Corfinio prodotto nella vicina Chieti, glassata al cioccolato fondente e spolverata con coriandoli. La lavorazione di questo dolce riesce a conservare l’altezza, una goduria anche alla vista. Vogliamo poi parlare della girella tanto richiesta dagli aficionados? Un biscotto arrotolato ricavato dal classico tronchetto di Natale, farcito con crema di burro e un cocktail di liquori e Alchermes, proposto 40 anni fa, che in paese ancora oggi non può mancare sulla tavola della domenica.

Ma la sua specialità più stravagante sono le sise di monaca ispirate al dolce con tre punte, forse un richiamo alle cime della Maiella, tipiche del vicino paese di Guardiagrele. La tradizione napoletana e barese le vuole con una sola punta, invece la “sisa” di Angelo è più ammiccante per le sue due punte e per il nome “si… son”, chiaro riferimento alla tradizione musicale di Casalincontrada e a una tipica espressione dei suonatori di banda alla vista di una donna prosperosa. Dolce semplice, dalle forme morbide e arrotondate e dal sapore inconfondibile, realizzato con Pan di Spagna ripieno di crema pasticcera e spolverato con zucchero a velo, riporta alla tenerezza della fanciullezza.  

Non manca nella sua vetrina un classico della pasticceria, la meringa farcita con panna, una candida bontà consumata qui da sempre - nella sua versione più semplice - durante le feste nuziali col nome di spumino o spumetta, quando si doveva recuperare una grande quantità di albume avanzato da altre preparazioni con le uova. 

Altra creazione di Angelo è il dolce “Massone” ideato per il decennale della Festa della Terra, manifestazione internazionale per il costruire e abitare sano, che si tiene in paese da 25 anni. Uova, farina di mandorle miscelata con farina di mais, tipica coltivazione del luogo, a cui si aggiunge vino cotto, altro prodotto tradizionale del territorio. Si assaggia accompagnato dallo stesso vino cotto. Il nome “Massone” deriva dalla tecnica di costruzione delle case rurali in terra cruda, e la ricorda anche nell’idea: sapori equilibrati, semplicità e genuinità.

Preziosi sono per lui i suggerimenti della moglie Iole, nutrizionista, biologa e ricercatrice nel campo dell’alimentazione. Per la realizzazione delle tradizionali zeppole di San Giuseppe, hanno trovato insieme una formula che le rende più digeribili. Vengono preparate con impasti diversi, a seconda se sono destinate al forno o alla frittura, contengono prodotti alternativi alla farina 00 e latte senza lattosio, caratteristica questa di tutte le creme della pasticceria di Angelo.

Nel Bar Spadaccini si trova una piccola biblioteca di libri di pasticceria italiana e straniera, consultabile e a disposizione di chiunque voglia conoscere di più su questo argomento o attingere qualche tecnica da professionista. Ultimamente la biblioteca si è arricchita di romanzi di autori abruzzesi da poter leggere durante un the o una pausa, durante la quale poter scambiare con il pasticciere "recensore" idee sulle storie narrate.

Angelo, artigiano per scelta, creatore instancabile, ci svela il suo segreto: “faccio tesoro della mia esperienza”. Esperienza che desidererebbe trasmettere per tramandare la tradizione italiana della pasticceria, ma i suoi due figli vivono e lavorano fuori e lui aspetta un allievo dalla grande passione.

 

[Crediti | Foto Angelo e locale di Ascanio Buccella]

 

Angelo e la sua pasticceria

Pasticceria Spadaccini

Angelo Spadaccini è nato qui, in questa piazza, di fronte al bar che porta il suo nome. Conosce praticamente tutto del suo paese, riferimento per le informazioni e psicologo all’occorrenza. Con i sapori nuovi della sua pasticceria ha deliziato intere generazioni e oggi quei bimbi degli anni ’70 tornano da lui per ritrovare le sensazioni dell’infanzia rimaste impresse nella loro memoria. Cercano ancora i dolci di Spadaccini, da lui ideati e dalle sue sapienti mani realizzati.

Le mani sono il centro della vita di Angelo, mani che lavorano le farine, che giocano a pallavolo, che scolpiscono figure scenografiche per la "Passione" di cui è regista. Da tantissimi anni si impegna, attraverso questa rappresentazione teatrale, a mantenere viva la tradizione spirituale pasquale del posto. E proprio un giovane attore, Pierluigi, qualche anno fa ha dato il nome a uno dei caffè più caratteristici di tutta la zona, il “caffè Zeffirelli”, arricchito con un sottile strato di crema di whisky, uno di San Marzano Borsci, uno di crema di latte, una spolverata di cacao. Un caffè che va degustato lentamente per distinguere i diversi ingredienti che arrivano in bocca, preparato con l’acqua proveniente direttamente dalla Maiella, e per questo inimitabile.  

Angelo si è fatto con le sue mani. Dopo la morte del padre sarto, la mamma ha aperto nel 1970 la pasticceria, ma era lui ad aiutarla pur frequentando la scuola. Dopo il diploma al Liceo Scientifico, nel 1978, dedicò sempre più tempo al laboratorio fino a capire che era la pasticceria la sua grande passione, e così lasciò l’Università di Architettura alla quale nel frattempo si era iscritto, per fare felicemente l’artigiano ed entrare a pieno titolo nel laboratorio. Era il 1980 e l’arte bianca non era granché conosciuta nella zona, si specializzò frequentando corsi di pasticceria e cioccolato a Torino, Venezia, Ancona. Fu lui poi a trasmetterne le tecniche attraverso laboratori organizzati dalla Camera di Commercio.  

Dolce Angelo

Dolce Angelo

La creatività del pasticciere venne presto fuori con la rielaborazione di antiche ricette e la sperimentazione di nuove. Il suo primo successo è stato il “Dolce Angelo”, nome che ricorda una canzone di Mino Reitano degli anni ‘70, simile al parrozzo legato a D’Annunzio, ma più morbido, preparato per il Natale con tante uova, farina di mandorle di Bari e aggiunta di uvetta. Pur in assenza di conservanti, arriva integro sulle tavole degli emigrati nei paesi europei, spedito dagli stessi parenti, grazie alla tecnica dell’atmosfera modificata. A base di mandorle baresi era anche il suo famoso torrone preparato con miele del posto.

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