di: Antonio Corrado

Gli "anelli" di Abruzzo Marrucino

Per una nuova narrazione del territorio

La rete degli itinerari di Abruzzo Marrucino TerrAccogliente è insistente sul territorio che confina a nord con la provincia di Pescara (Serramonacesca) e si dirama nella provincia di Chieti attraversando (o confinando con) i comuni di Ari, Bucchianico, Casacanditella, Casalincontrada, Fara Filiorum Petri, Filetto, Guardiagrele, Pennapiedimonte, Pretoro, Rapino, Roccamontepiano, San Martino sulla Marrucina, Serramonacesca, Vacri e Villamagna.

Il nostro “teatro” ha riferimenti storico-culturali di rilevanza nazionale che hanno segnato la storia delle popolazioni italiche preromane e romane.

Stiamo parlando, prevalentemente, del territorio dei Marrucini che diedero i natali ad una delle più antiche civiltà italiche, confinante con Carecini, Frentani (Sanniti), Peligni e Vestini.

Un territorio caratterizzato anche da una forte dualismo geologico.

Da un lato i travertini porosi e i compatti calcari stratificati della Maiella che a occidente chiude l’orizzonte; dall’altro le argille plioceniche delle campagne sottostanti che degradano verso il mare e in cui sprofondano ai piedi del colosso montuoso che domina incontrastato il paesaggio dell’Italia medio-adriatica, senza alcuna mediazione orografica.

Le colline argillose sono segnate, quasi come un ricamo di trine e merletti, dalle ripe, i caratteristici calanchi costituiti da un dedalo di esili creste e pinnacoli di creta in equilibrio precario, inframezzati a valle con colate di fango, frutto dell’azione delle acque meteoriche e delle escursioni termiche sui versanti più acclivi esposti a meridione.

Montagna e campagna in quest’area si fronteggiano, si incontrano e si armonizzano.

L’agricoltura è l’attività economica preponderante che ha modellato ed esaltato il paesaggio collinare, ma anche la pastorizia continua a caratterizzare queste colline dense di storia e importanti testimonianze della letteratura. Un’agricoltura segnata e riorganizzata nel Medioevo dai monaci benedettini delle storiche abbazie, soprattutto da quella di San Liberatore a Maiella, che introdussero varietà colturali, individuarono le predisposizioni agricole dei diversi comparti, istituirono grange e poderi modello. La Pastorizia ha goduto dell’immenso flusso della migrazione stagionale degli ovini, la “Transumanza”, dal 2019 annoverata tra i Beni Culturali Immateriali dell’Unesco. Il succedersi tra gli ordini monastici dei Benedettini, Cistercensi e Celestini ha contribuito a una radicalizzazione dell’allevamento ovino, sopravvissuto anche al sopravvento dell’agricoltura intensiva, e dell’industrializzazione moderna, seppur con modesta rilevanza economica.

All’agricoltura si dedica gran parte della popolazione il cui attaccamento alla terra si evince non solo dalla cura quasi ossessiva che si riscontra nei vigneti, oliveti, orti del fondovalle ma anche nelle grandi ricorrenze festive che segnano le stagioni dell’annata agraria.

Proprio nelle feste, nelle manifestazioni sacre e pagane connesse all’adorazione dei santi patroni, si consolidano i rapporti sociali, si rafforza l’identità comunitaria, si consolidano le relazioni tra i paesi, si rinsaldano le radici nella campagna e nelle tradizioni.

Una terra che a volte può essere anche traditrice come nel lontano 1765 quando l’antico paese di Roccamontepiano, posto sulle pendici della Maiella, franò improvvisamente decretando la drammatica fine dell’antico insediamento e la morte di centinaia di persone.

La popolazione non si perse d’animo, riedificò il nuovo paese intorno alla sorgente e grotta di San Rocco quasi a cercarne la protezione.

Proprio lungo il letto di frana, ove si era accumulata una quantità enorme di massi di travertino, si realizzò con le stesse pietre un sistema di orti terrazzati in pendio ingegnoso e scenografico, gli Orti Catambrani, irrigati per caduta dalle acque della sovrastante sorgente di San Rocco.

La laboriosa popolazione non si perse d’animo, riuscì a trasformare un evento luttuoso in una nuova opportunità economica e sociale. Esempio illuminante per comprendere l’animo di questo territorio e delle genti che lo abitano, le cui fatiche si sono stratificate nei secoli nell’armonico paesaggio rurale delle colline argillose addossate alla Montagna Madre.

La scelta di “anelli”, che non superano i 18 km di lunghezza ciascuno, legati da due dorsali ci consente, da un lato, di risolvere il problema logistico che comporta una “traversata” relativamente all’individuazione dei mezzi di trasporto che consentano di ritornare al punto di partenza, anche distante giorni di cammino, e dall’altro consente di potersi cimentare nella realizzazione di un ipotetico “Cammino dei Marrucini” raggiungendo una lunghezza tale da poter ambire ad essere annoverati nell’Atlante dei Cammini.

Sotto l’aspetto tecnico tutti gli anelli e le dorsali hanno un livello di difficoltà basso mettendo come prevalente la necessità di condurre il viaggiatore in una esperienza immersa nel paesaggio agrario e pedemontano e non in una esperienza puramente sportiva e atletica. I dislivelli sono modesti e spalmati su lunghi percorsi.

Il fondo è percorribile con ogni condizione atmosferica e sono privi di sentieri single track. La percorribilità con mtb è garantita su tutto il percorso e l’attraversamento dei corsi d’acqua è agevolato.

La scelta di far partire tutti gli anelli dal centro dei comuni garantisce che vi siano delle attività di vendita di generi diversi e alimentari, oltre che farmacie e forze dell’ordine, che consentono di avere uno standard di servizi adeguato.

Il percorso è denso di contenuti Storico-Culturali, oltre ad avere un’importante concentrazione di prodotti tipici di rilevanza nazionale e internazionale (presidi Slowfood e prodotti tutelati da consorzi).

L’accessibilità, la prossimità alla “Costa dei Trabocchi” e ai capoluoghi di Chieti e Pescara ne esaltano la valenza come strumento per drenare viaggiatori lenti dalla costa verso l’interno e viceversa agevolando una destagionalizzazione legata agli eventi agropastorali quali vendemmia e raccolte varie, foliage, transumanza e Vino Cotto.

Senza trascurare il calendario dei numerosi appuntamenti tradizionali e religiosi quali feste patronali, Regata Dannunziana, Cortei della Dama delle Chiavi, Mastrogiurato, Sagre, etc. che animano i territori di Abruzzo Marrucino.

Il continuo e virtuoso lavoro di coinvolgimento di tutti gli amministratori locali, le comunità, le associazioni e i portatori d’interesse è testimoniato dal fatto che questa comunità nata all’inizio del 2020 con 7 Comuni oggi ne rappresenta 11, e altri 3 Comuni sono in itinere per portare a termine il loro processo d’accoglienza.

La narrazione di un territorio parte dalla conoscenza della storia e delle tradizioni di ogni singolo paese che lo compone e dalla ricerca degli eventi che animano il territorio in cui insistono.

Questo concorre alla definizione del “bagaglio” di eventi e iniziative che definiscono un'offerta attraente e d’appeal per cittadini e viaggiatori “lenti”.

Trova in zona

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