Ore 10:00
Bucchianico
La Festa dei Banderesi si tiene a Bucchianico all'incirca nell'ultima decade di maggio
vedi l'evento a questo link https://abruzzomarrucino.it/eventi/la-festa-dei-banderesi-torna-bucchianico-20137
Narra la leggenda che, quando i bucchianichesi stavano per arrendersi agli assedianti di Chieti, il popolo accorse dalle campagne al paese per sottrarsi alle razzie dei nemici e portare così rinforzi di uomini, trasportando sui carri, come meglio potevano, tutto il necessario per la sopravvivenza all’assedio: provviste di cibo, legna da ardere, bestiame, vino. Contemporaneamente, Sant’Urbano, protettore del paese, apparve in sogno al capitano della guardia, il cosiddetto Sergentiere (il cui diretto discendente, Guglielmo Tatasciore, ne è l'attuale rappresentante) suggerendogli un espediente che avrebbe disorientato gli avversari. Gli consigliò di far camminare gli uomini sugli spalti, seguendo una traiettoria a serpentina, in modo da creare un’illusione ottica; infatti i teatini, credendo di contare più uomini del previsto, si ritirarono in tutta fretta, sciogliendo l’assedio. A ricordo di questo fatto, da allora si continua a fare la “ciammaichella” che consiste nel percorrere, in corteo, la piazza principale con movimenti a zig zag. Un assedio in corso, un sogno rivelatore e un furbo stratagemma per evitare spargimenti di sangue. (Da La Contea Gentile).
Si apre la porta, mi accoglie il sorriso della sig.ra Gabriella. Sul tavolo le carte crespe tagliate diventano foglie, petali, stami. Quest'ultimi poi, bagnati nella tempera gialla, sono l'indizio di un'attenta osservazione della natura. Diventeranno un ramo di pesco, protagonista di un rito collettivo che durerà poche ore. Ci si prepara per i Banderesi di maggio. Il silenzio è fatto del crepitio di una stufa, fruscii di carte e conversazione semplice. Anche l'attesa è essa stessa festa: non si è soli ma parte di una collettività che accoglie. È questo il senso e la grande modernità delle feste popolari: riconquista dei propri tempi, identità collettiva e del sapore del silenzio. Sta accadendo tutto ciò anche a Fara Filiorum Petri per la festa di S. Antonio con le Farchie, con la semplice e raffinatissima lavorazione delle canne. Vi auguro una buona domenica nella riconquista del proprio tempo, sobrietà, silenzio, creatività che se anche non perfetta, non ha prezzo.
La “Ciammaichella”, il “tizzo”, il ballo con la Banira e Stendardo, le “capriole” sono espressioni del “Ballo dei Banderesi”. I Banderesi “vanne abballènne” si dice, in una lunga tradizione documentata già nel 1550.
I Banderesi ora: ma che fanno? Il “Banderese” era un custode del territorio. Vestendosi con “bande” rosse e blu (colori municipali) girava per le campagne prevenendo le aggressioni e le azioni di vandalismo. A maggio le spighe di grano e i pampini, come “giovani imberbi” andavano protetti altrimenti il raccolto non ci sarebbe stato. Tra il 1305 e 1335 molti di Chieti, rivendicando i propri confini, distrussero le vigne, campi e uliveti bucclanei. Oggi i Banderesi festeggiano S. Urbano I Papa, protettore di Bucchianico, portando nel gruppo le sue reliquie, durante una processione commovente. Tra tutti il Sergentiere Guglielmo Tatasciore (ultimo erede del ruolo di lunga tradizione della sua famiglia). Il sindaco e altre autorità si stringono nella processione. Il pennacchio di Piume, le bande rosse e azzurre non sono “abito popolare”, ma segni veri di identità, giunti inalterati attraverso generazioni di persone che si conoscevano, e raccontavano all’insegna della pace.
In questo maggio è stata festa grande in Bucchianico: i Banderesi e Sant’Urbano (santo, papa, soccorritore). A casa del Banderese Rosino Vincenzo i simboli veri: il quadro, il pane, il pennacchio, i canestri con le uova, le fasce, i fiocchi per il vitello, il Laccio d’oro. La coroncina di fiori del quadro, messa dall’ex Banderese, sarà sostituita alla fine della cerimonia con quella nuova e sarà tolta dal futuro Banderese: simboleggia la continuità. (Giuliano Di Menna)