di: D'Abruzzo

Storie di Transumanza

Patrimonio Immateriale dell'Umanità, UNESCO

“Da dicembre 2019 la transumanza è Patrimonio immateriale dell'Umanità, UNESCO.
La Lista dell'UNESCO conta 463 elementi in tutto il mondo, 12 di questi in Italia. L'inserimento nel Patrimonio dell'Umanità
è finalmente il riconoscimento dell'importanza e dell'impronta che il sistema economico e culturale dello spostamento periodico delle pecore ha lasciato in eredità al bacino del Mediterraneo e al mondo intero.
Seguire le profonde tracce lasciate nel tessuto geografico, urbanistico, antropologico, economico e sociale dalla transumanza significa ripercorrere nel suo svolgersi storico il significato e gli esiti ultimi di una pratica che non va confusa con gli elementi folcloristici che spesso vi si associano.
La pastorizia ha rappresentato fino almeno agli inizi dell'Ottocento, nell'Appennino centrale, l'attività economica principale
attorno alla quale ruotava il fiorente circuito della lana. Il rapporto tra la conduzione delle greggi e il territorio rendeva manifeste più che in altri ambiti le stratificazioni di potere ed i rapporti di forza sottostanti. In Abruzzo, sulle alture, avevano sede le magnifiche architetture cinquecentesche e seicentesche che dimostrano l'enorme ricchezza dell'attività armentizia.
A valle, i Regi Stucchi della costa adriatica e il Tavoliere delle Puglie che si stendevano ai piedi dei monti abruzzesi divenivano destinazione naturale delle greggi, alla ricerca di buon pascolo nelle zone temperate durante i freddi mesi invernali, ed i ricchi proventi del commercio della lana alimentavano una fiorente economia

Ai giorni nostri la fitta rete delle Vie dei Tratturi costituisce il patrimonio di un’identità che testimonia le influenze della
pastorizia sulle attività economiche, sulle abitudini alimentari, sulle tradizioni socio - culturali e religiose, sulla produzione
artistica.
Un patrimonio, protetto da un importante vincolo archeologico che rappresenta anche una possibilità di sviluppo turistico.
La valorizzazione del Patrimonio Tratturale e della Transumanza può determinare un miglioramento in termini economici
delle comunità che insistono lungo il suo percorso, divenendo strumento di conservazione e promozione dell’identità di un
territorio
, delle sue radici e della cultura, ma anche un valido supporto per la diffusione del movimento del turismo lento
così come lo è quello dei “camminatori”.


La trasformazione dei tratturi in “cammini” è qualcosa di automatico, è la sua naturale destinazione. Ci si sta lavorando sia a livello nazionale ed internazionale che a livello regionale, e questa consacrazione a Patrimonio Culturale Immateriale
dell’Umanità sarà di stimolo per alimentare progettualità, nazionali ed europee, che possano essere d’impulso al sostegno di un’economia locale e capillare in grado di scongiurare l'abbandono dei borghi e delle campagne in atto da decenni.


In Abruzzo, negli ultimi cinque anni, tante sono state le iniziative volte a valorizzare un turismo esperienziale che coniughi identità e tipicità: la Camera di Commercio di Chieti e Pescara con il progetto “Le Vie dei Tratturi” (leviedeitratturi.com) ha organizzato due edizioni di “Transumanza e Sapori – pastore per un giorno”, in collaborazione con la rivista D’Abruzzo e con abruzzoavventure.it e la stessa Regione Abruzzo, in collaborazione con abruzzoavventure.it, è stata presente ufficialmente a Matera Capitale Europea della Cultura con Eventi, Mostre e Workshop di Artigianato Artistico Abruzzese, all’interno di un “contenitore” che per quattro mesi ha raccontato la nostra transumanza in parallelo con quella dei popoli nomadi persiani.

Quando parliamo di Abruzzo, di Transumanza e di Tratturi non possiamo non tenere da conto di chi, dall’inizio di questo
millennio, rappresenta la “sentinella” dei “valori” della Transumanza ed, in particolar modo, di quella sul Tratturo Magno: Pierluigi Imperiale (già Direttore U.O.C. Servizio Veterinario - Sanità Animale – L’Aquila), del quale riportiamo alcune riflessioni. "Volevamo restituire alla cultura pastorale il posto che merita ancora in questo Abruzzo del terzo millennio che spesso tende a rimuovere le sue origini. Abbiamo iniziato l’avventura che ci ha portati ai risultati di oggi per celebrare l’anno 2000: La Transumanza da L’Aquila a Foggia.

Il 29 settembre 2007 è partita la prima edizione: una staffetta di tante greggi, nel giorno di San Michele, inizio dall’annata doganaria dei pastori. Ogni anno rivissuta con entusiasmo. Nelle tredici edizioni abbiamo avuto partecipanti da molte nazioni e coinvolto migliaia di persone lungo il percorso. Il Tratturo Magno e gli altri Regi Tratturi Guarda il film Transumance sono cinque lunghe vie che uniscono la storia di tanti paesi in tre regioni unite profondamente dalla Transumanza Apulo-Molisana- Abruzzese; queste vie d’erba, larghe 111 metri, sono Demanio dello Stato, son ben studiate e mappate.

La Transumanza si distingue dai cammini perché vede sempre protagonisti gli allevatori di oggi con i loro animali, pecore, capre, cani da lavoro, bovini, cavalli, muli, che utilizzano i nostri pascoli, nel rispetto delle stagioni e della luna: dalla pianura al pascolo montano a fine maggio-inizio giugno, dalla montagna a valle a fine settembre-ottobre.
La Transumanza è un evento vivo nel ricordo e nel presente, è collettivo, è itinerante e coinvolge tutte le comunità che incontra lungo il percorso: sono esse che mantengono in uso il “bene comune” Tratturo.


Le comunità locali delle zone montane degli Appennini hanno la grande responsabilità di custodire questo prezioso patrimonio ecologico scampato alla furia distruttrice dell’uomo, nell’interesse di tutta la società nazionale, europea e internazionale e della conservazione dell’intera biosfera. Il suo sfruttamento per meri interessi economici locali costituirebbe al contrario un inammissibile e miope anacronismo, di fronte alle minacce globali che incombono sulla
sopravvivenza di tutti gli ecosistemi e dell’Uomo stesso.


Oggi, l’unico sistema per valorizzare efficacemente questo importantissimo pezzo di storia dell’Italia centro-meridionale è la
tutela, il ripristino e la fruizione di quel che resta dei Regi Tratturi, ancora ben visibili in molti tratti, quali percorsi ideali di trekking a piedi, che, con lentezza, offrono emozioni da veri archeologi, alla scoperta dei tanti cippi “RT” del 1800 ancora presenti sui margini dei Tratturi, delle coppie di termini lapidei posti a 111 metri precisi uno di fronte all’altro, delle case e dei muretti allineati lungo i confini tratturali, delle cappelle e delle chiesette, dei fontanili e dei mille toponimi che evocano i paradisi e i purgatori della transumanza. Ed anche scoprire gli animali e le piante che hanno eletto a loro habitat quello delle migrazioni stagionali compiute prima dagli animali selvatici e poi dai pastori con le loro greggi sterminate.


Un turismo discreto, lento e diffuso. Il turismo esperienziale dei Cammini e dei Camminatori è un fenomeno in forte crescita: nel 2017 l’Union Camere stimava in oltre 30 milioni i camminatori in Europa (20 milioni nel 2013). In Abruzzo nel 2019 “Il Cammino dei Briganti” ha rilasciato oltre 3.900 “passaporti dei camminatori” ed il “Cammino di San Tommaso” ne ha rilasciati 1.500, di cui 500 sul tracciato Roma – Ortona".

Posizioni condivise anche dal dr. Paolo Piacentini (presidente di Federtrek, già consigliere del Ministro Franceschini e
Responsabile Nazionale Cammini d’Italia) del quale seguono alcune considerazioni. “I camminatori sono in costante aumento nel contesto europeo ed indicare oggi un numero preciso su scala nazionale o europea non è facile perchè anche gli escursionisti a piedi vanno inseriti in questa categoria; possiamo sicuramente parlare di diversi milioni di persone che nel nostro continente praticano, per alcuni giorni l’anno, la camminata come vacanza. In tutti i cammini c’è una ricerca spirituale o religiosa, ma l’elemento più importante, almeno per i percorsi italiani, è quello di immergersi lentamente dentro paesaggi unici al mondo. Tutte le comunità interessate a questa innovativa forma di turismo devono sentirsi parte di un progetto di cura e manutenzione del Cammino e predisporsi ad una forma d’accoglienza. Ci devono credere le istituzioni locali mettendosi in rete per arrivare ad organizzare una vera e propria governance per la promozione del sistema tratturale. Con il Piano per il Sud ci saranno molte misure che andranno a valorizzare il grande patrimonio monumentale e culturale presente nei territori coinvolti nella narrazione della Transumanza. Il salto di qualità rispetto al passato a questo
punto, visto il riconoscimento UNESCO e l’impegno delle istituzioni centrali, è obbligato e deve vedere le comunità locali come soggetto attivo del cambiamento. Il turismo lento e di qualità che si può sviluppare è molto interessante, ma bisogna
creare un’offerta che io amo definire 'avvolgente'”.

Le parole d'ordine sono: recupero del sistema socio economico della transumanza adeguandolo alle esigenze odierne, sostenibilità della pastorizia estensiva, qualificazione delle produzioni, creazione della rete delle piccole aziende pastorali e agricole a processi produttivi biologici, mercato itinerante dei prodotti della transumanza, il tutto organizzato in una rete sociale di alto livello”.

Testo e foto: Antonio Corrado

contributi di Nunzio Marcelli, Pierluigi Imperiale, Bruno Petriccione, Nicola Di Niro, Paolo Piacentini

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