Bucchianico
Nei mesi precedenti alla Festa dei Banderesi, le donne del paese, divise per contrade, si riuniscono in due laboratori: quello dei Fiori di carta e quello del Pennacchio.
Per il laboratorio del Pennacchio, la custode della tradizione è Anna che, insieme a Marilena e Giuseppina, insegna alle giovani come intrecciare i fili per ottenere un sostegno che tenga insieme le piume. I pennacchi, riuniti in file da 5 a 9, ornano i copricapi che anticamente erano indossati solo dal Banderese. Successivamente vennero indossati dall’intero gruppo della contrada ad esso appartenente, come elemento identificativo.
Il copricapo con pennacchio è un retaggio medievale, che può essere indossato dai Banderesi solo nel giorno del 25 maggio, durante la sfilata della mattina, accompagnata da bandiere e stendardi. Ogni pennacchio è lungo circa 60 centimetri e richiede otto ore di lavoro per la sua realizzazione. I colori classici sono quelli del blu e del rosso, simbolo di Bucchianico, ma possono essere anche il bianco, il giallo o il più neutro “piume di faraona”.
Nella rievocazione della Festa dei Banderesi, il Sergentiere, capo della milizia cittadina bucchianichese, non indossa il copricapo con i pennacchi sull’armatura medievale, ma un elmetto con piume lunghe. Fu sant’Urbano, durante il tentativo di sottomissione dei Teatini, a suggerirgli di far marciare tutti gli uomini disponibili bardati con “pennacchi” e fasce colorate, disegnando movimenti a serpentina (la Ciammaichella), sui merli della cinta muraria. Lo stratagemma fu escogitato per dare l’impressione di essere molti militi, oggi rappresentati dai Banderesi, e fece desistere i Teatini che tornarono indietro. Per questo aiuto, sant’Urbano venne nominato copatrono di Bucchianico.