di: Anna Crisante

San Camillo

Conosciuto come il “Gigante della carità”, e venerato come protettore dei malati e degli operatori sanitari oltre che come copatrono della Regione Abruzzo e di Bucchianico, San Camillo De Lellis dedicò gran parte della sua vita a curare gli infermi: li lavava, accudiva, nutriva. Il precursore della Medicina contemporanea sosteneva la necessità di prendersi cura di loro con amore, rispettandoli nella sofferenza, interessandosi anche alle anime. Aveva organizzato la gestione delle cure in strutture sparse in tutta la penisola attraverso le Fondazioni camilliane. Nel 1605 ne fondò una nella sua Bucchianico. Diede quindi il via alla costruzione del convento e, per un più agevole reperimento di terra argillosa, fece costruire “La Calcara”, una fornace per la cottura dei mattoni, nei pressi del fiume Foro.  

Il suo messaggio di misericordia viene rinnovato per prima tra gli stessi abitanti di Bucchianico, che lo prendono come punto di riferimento. È in questo paese che nacque Camillo De Lellis, il 25 maggio 1550, proprio nella domenica in cui si celebravano i festeggiamenti in onore di Sant’Urbano, ricordato dalla popolazione ancora oggi con la Festa dei Banderesi.

Figlio di un nobile poi decaduto e di una nobildonna, San Camillo trascorse la sua giovinezza tra gioco e dissolutezza. Partito col padre militare per combattere contro i Turchi, rimarrà presto orfano. Si ritrovò successivamente all'ospedale di San Giacomo degli Incurabili di Roma, dove fu curato per un'ulcera varicosa al piede. Parzialmente guarito, Camillo si fece militare mercenario e fu assoldato per combattere prima in Spagna, poi in Dalmazia e Tunisi. Al suo congedo perse ogni suo avere al gioco e per sopravvivere fu costretto a mendicare finché non trovò lavoro come manovale nella costruzione del convento dei Cappuccini di Manfredonia, a Foggia, dove avvenne la sua conversione. Ritornato al San Giacomo per curare l’ulcera al piede, maturò la sua vocazione: decise di consacrarsi come infermiere al servizio dei malati, soprattutto di peste, sotto la direzione di Filippo Neri, fatto poi santo. Qui decise di fondare una famiglia religiosa indipendente, la “Congregazione dei Ministri degli Infermi”, che prestasse le sue cure agli ammalati in modo metodico. Papa Sisto V concesse alla Compagnia di portare una croce rossa sul vestito, all’altezza del petto, che rimarrà il simbolo della Sanità. Fu papa Gregorio XIV a riconoscere, nel 1591, l'Ordine dei chierici regolari ministri degli infermi, noti con il nome di Camilliani, guidati all’inizio da padre Camillo De Lellis. Morì a Roma il 14 luglio 1614.

L’Ordine si è diffuso in tutto il mondo. I camilliani sono una realtà missionaria sparsa in tutti i continenti con una rete vastissima di ospedali, parrocchie, chiese, centri di ascolto e case di cura e di accoglienza. Religiose, religiosi e laici operano in circa trenta paesi nel mondo.

Una statua marmorea raffigurante San Camillo De Lellis, il 19 ottobre del 1969, venne posta su una guglia “Sud” del Duomo di Milano, città in cui più volte esercitò l’assistenza ai malati e dove riformò i servizi ospedalieri.

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