L'arte di Tomoko
pavimento dell'abbazia San Liberatore a Maiella di Serramonacesca (PE)
Nella Biennale d’Arte di Venezia 2022, la musica di Tomoko ha fatto da colonna sonora in un video che ha accompagnato l’installazione artistica di Saodat Ismailova, un ricamo tradizionale di Tashkent che rappresenta la cosmologia femminile ed evoca protezione, guarigione e fertilità, realizzato dall’artista su un tessuto bianco. Il video è stato girato nelle celle sotterranee, strutture destinate alla pratica dell’autoisolamento e della meditazione, spesso costruite accanto alle tombe dei santi locali in Asia centrale.
Con il suo jal tarang tecnologico Tomoko produce suoni armonici che rimettono in contatto con sé stessi, evoca suggestioni di cavità e caverne, è come entrare dentro un mondo nascosto e segreto. Si torna all’elemento primordiale, l’acqua di cui sono composti l’uomo e la Terra. Il suono è liquido, riconduce a ciò che è esistito prima della parola e prima delle note, come un tornare all’inizio della creazione, all’essenza della vita. Sembra la voce della Natura, ci si sente avvolti dall’acqua: la stessa sensazione che devono aver provato i monaci dell’abbazia di San Liberatore a Maiella, dominati dal fruscio della foresta, dal frastuono del fiume Alento che lì sorge, ma anche dai vuoti delle caverne scavate nella pietra ancora visibili intorno e dal silenzio durante la preghiera. Durante il concerto si respirava misticismo e spiritualità propagati dal suono etereo e leggero, connubio evocativo con la luce che penetrava dalle aperture sulle pareti, molto vicina al bianco, all’astratto, al divino, in un’assenza di tempo, come una sospensione.
È stata un’esperienza-concerto, come vuole il progetto ideato e realizzato dalla violoncellista Flavia Massimo e da Massimo Stringini, fondatori di Paesaggi Sonori, il Festival itinerante per le montagne abruzzesi che fa tappa in diverse località. Il 2022 vedrà partecipare artisti provenienti da tutto il mondo, in nove tappe che si terranno da inizio luglio al primo weekend di settembre. Un’iniziativa all’insegna della connessione tra musica e natura in cui è abolita la barriera del palco tra pubblico ed artista. Il Festival dà la possibilità di conoscere il paesaggio, i concerti saranno immersi nella natura o comunque in luoghi di rilievo storico ed artistico.
La maggior parte dei luoghi dei concerti è raggiungibile a piedi affinché durante la camminata le persone si preparino ad accogliere la musica. “Crediamo che i nostri “teatri naturali” possano contribuire a rafforzare il rapporto tra uomo ed ambiente attraverso la musica”, sostengono gli organizzatori che hanno cercato caratteristiche musicali che si collegassero perfettamente ai luoghi scelti e che avessero con essi un legame speciale. Come è successo con Tomoko Sauvage nell’abbazia di San Liberatore che è stata sonorizzata a 360° in modo da essere avvolti dal suono.