L'uomo di Legno, Fabrizio Fanciulli, Edizioni Sigraf , 2018
“Il cammino di una vita, un legno che lo unisce alla sua terra. La guerra, distruzione di quel legame. Si riscopre nella paura della morte. Oggi quel legno è meravigliosa creazione”: magiche infatti sono state le mani consumate dal lavoro costante e continuo di un uomo tanto amato nel borgo di Pretoro e fuori, che è stato un punto di riferimento soprattutto per i più giovani, ammiratori delle splendide opere in legno realizzate da quel “mastro”. Egli, quasi come un eremita moderno, trascorreva le sue giornate a “creare” in solitudine nel cuore della Majella.
La sua bottega, ricca di opere e di fatica è un vero museo, eppure Palmerio schivo e solitario, sapeva anche aprire il cuore e la sua “casa” al pubblico per mostrare i gioielli che custodiva gelosamente, e raccontare verità storiche.
È a Pretoro che Fabrizio Fanciulli, tornato dalla Svizzera quando era bambino, inizia il suo viaggio dentro i ricordi e ne ferma le sensazioni nel suo libro: “in una fredda giornata di gennaio si sente un ticchettio regolare, un ritmato pulsare di qualcuno intento a scandire il tempo. Un tempo che in questo borgo pare essersi fermato. La neve inizia a scendere copiosa. Sento i profumi di cucina, ricordo mia madre che preparava intorno al caminetto i piatti della tradizione. I racconti dei nonni mi tornano alla mente, mi trascinano nel loro mondo in cui tutto è rassicurante e saggio, anche la paura. Le madri intrecciavano i fili sui telai, i padri in un angolo lavoravano il legno con torni a pedali e i suoni di quelle case erano vere e proprie melodie. I ragazzini sostavano a lungo davanti a questi fusari, incantati dalla velocità con cui dalle mani uscivano capolavori. La tormenta di neve è sempre più forte. Decido di lasciare il tepore del caminetto della mia casa e mi incammino per le rue del paese. Il cammino è sempre più erto, verso la parte più alta del paese, dove ho vissuto da ragazzino. Arrivo finalmente alla meta, lui è lì, nascosto dalle sue opere, in un angolo vedo la fiamma di una piccola candela.
L’autore ha voluto raccontare e far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, il profilo di un uomo semplice e ancorato al suo amato mestiere.
Oggi le opere di Mastro Tonino possono essere ammirate nel Museo dell'Arte Nicola D'Innocenzo, a Pretoro.