di: Anna Crisante

La terra cruda approda al LancianoFiera

Sostenibilità, terroir e qualità della vita, le parole chiave del convegno

Lanciano

Aprile 2024

Le associazioni CeDTerra e Città della Terra Cruda hanno partecipato, il 24 marzo scorso, anche con uno stand, alla 62° Fiera Nazionale dell’Agricoltura che si è tenuta a Lanciano, manifestazione che nel suo settore si è confermata punto di riferimento per il centro-sud Italia. "L'agricoltura coltiva valore e valori" - questo il titolo della Fiera - ha rappresentato una opportunità per interrogarsi sul modello di sviluppo agricolo delle società in evoluzione, che si stanno delineando con nuove sensibilità ai temi ambientali e alla coscienza ecologica. “Una Fiera che si apre al mondo agricolo a 360° - ha dichiarato Ombretta Mercurio, presidente Ente Fiera Lanciano -. Innovazione, attenzione all’intero comparto agricolo e dimensione europea: sono queste le linee d’orizzonte attorno alle quali abbiamo costruito la quattro giorni di Lanciano per una Fiera dell’Agricoltura che ha messo in mostra professionalità, storia, cultura della qualità, cura dei territori, attenzione alle produzioni”. 

Durante l’esposizione hanno preso forma domande, bisogni e dialoghi. La Fiera, dunque, è stata occasione di incontro tra istituzioni politiche, culturali ed economiche. Occasione per aprire spazi ai territori che diventando protagonisti acquisiscono la forza di costruirsi nella dimensione sociale; per confrontarsi sulla sostenibilità partendo dalla terra e dalle risorse naturali; per ragionare sulla green economy e la green society, i settori innovativi.

In questo scenario si è inserito il convegno “Case in terra cruda fra storia, tradizione e sostenibilità”, coordinato da Gianfranco Conti di Terrae odv, associazione che gestisce il CeDTerra - Centro di documentazione sulle case in terra cruda. “Come riabitare le case di terra? Esse possono rientrare in una progettazione territoriale? Questo patrimonio viene sentito come tale dalla comunità?” Così ha esordito l’architetto che da tempo lavora alla ricerca di soluzioni per il recupero e il riuso del patrimonio in terra cruda dell’Abruzzo. Per introdurre il pubblico alla conoscenza dell’argomento, è stato proiettato il video documentario “La terra cruda in Italia” del regista Alonso Crespo.

Le costruzioni in terra cruda non sono mosche bianche”

L’architetta Anna Paola Conti, responsabile scientifico dell’Ecomuseo delle case di terra di Villa Ficana, Macerata, ha esposto “Terra cruda, presente e futuro. I progetti contemporanei”:

“Villa Ficana è il Museo della gente che lo abita e lo racconta, lo tutela, conserva un patrimonio di saperi. È animato da volontari italiani ed europei e ha il sostegno dell’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda. Il lavoro svolto dalla comunità ha preso il via da un progetto di una scuola primaria.

Abbiamo organizzato un Convegno a ottobre per presentare il materiale arrivato in occasione del bando <Terra cruda, Call for project> e illustrarne i risultati: una ventina di progetti elaborati da professionisti, studiosi, studenti e artisti. Progetti inerenti all’uso contemporaneo della terra, oggi materia non riconosciuta come materiale da costruzione, pur avendo una storia millenaria. Eppure, un terzo delle costruzioni mondiali sono in terra cruda, non stiamo parlando di mosche bianche.  

Si può pensare come soluzione quella di intervenire sulla mentalità della gente, perché l’uso della terra cruda è una questione culturale. Può essere impiegata come materiale non portante, di tamponamento; si presta all’autocostruzione, è sostenibile, è a impatto zero e riciclabile al 100%.

Dalla Call sono emersi anche alcuni vantaggi di questa materia, come ad esempio i pigmenti ottenuti dalla terra, partendo dalle spiegazioni dell’artista Cennino Cennini che ha scritto all’inizio del XV secolo un trattato sulla pittura. Il suo “Libro dell’arte” contiene informazioni su pigmenti e tecniche della pittura. Questi pigmenti estratti dalla terra sono stabili, hanno le caratteristiche dell’eternità. O come il progetto arrivato dalla Sicilia, “Casamatrice”, che usa la terra come materia creativa, evidenziando un’apertura culturale".

“E ora puntiamo sul concetto di terroir applicato al nostro paesaggio agrario”

Sul fare agricoltura che produce paesaggio e su una economia a misura d’uomo che possa dare risposte alla crisi climatica si è soffermato Silvano Agostini, professore dell’Università D’Annunzio Chieti – Pescara, del CAAM (Centro di Ateneo Archeometria Microanalisi).

Il geo-archeologo, con esperienza ultra-quarantennale, ha relazionato su <Il paesaggio disegnato in trasformazione>. “Nel mio lavoro di studio – ha raccontato Agostini - ho trovato segni dell’agricoltura a partire da 5 – 6 mila anni a. C., quindi ho incontrato il paesaggio: naturale, disegnato, costruito, con gli aggregati umani. Il paesaggio disegnato è quello agrario, che nel 1860 aveva il 70% di addetti in agricoltura. I paesaggi sono anche espressione dei climi: con la piccola età glaciale molte terre alte sono state abbandonate e le coltivazioni sono state spostate nel settore collinare e sulle piane alluvionali, dove era possibile la coltura estensiva. L’agricoltura montana e le sue tecniche furono abbandonate. Con la formazione del paesaggio vitivinicolo è nato il concetto di benessere attraverso il terroir”, termine per indicare il rapporto tra vitigno, microclima e caratteristiche del suolo in cui è coltivato; determina il carattere e l'unicità del vino che viene prodotto. Quindi indica un'area ben delimitata, dove le condizioni naturali, fisiche e chimiche, la zona geografica e il clima permettono la realizzazione di un vino specifico e identificabile mediante le caratteristiche uniche della propria territorialità. In altre parole, il professor Agostini ritiene che le case in terra cruda debbano essere considerate insieme al loro paesaggio agrario, caratterizzandolo e identificandolo in modo unico e irripetibile. “Da qui può nascere un turismo esperienziale – precisa -, ma il concetto di terroir dovrebbe essere applicato a tutto il nostro paesaggio agrario, con il vantaggio di recuperare anche la qualità dei prodotti, di gestire con competenza i cambiamenti climatici, riqualificare il paesaggio disegnato e di far nascere una nuova imprenditoria dell’accoglienza”.

“L’uomo che vive in una casa in terra cruda si affina in qualità, come un vino dentro la botte”

La soluzione indicata nell’intervento di Walter Secci, segretario dell’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda è “portare materiale e tecniche del contemporaneo per salvare il patrimonio in terra cruda. Il tema del recupero degli edifici in terra cruda in Abruzzo è molto sentito, con i suoi circa 800 manufatti censiti. Chi può recuperarli? In che modo?

Ogni edificio da recuperare è una sorta di cantiere-scuola - come è accaduto per le case in terra cruda di Casalincontrada, Manoppello, Roccamontepiano -, recupera una filiera di saperi che sono quasi andati persi. È necessario lanciare un appello per sensibilizzare la popolazione al riuso degli edifici in terra cruda, che in Abruzzo si presentano di piccole dimensioni. In un territorio in spopolamento, con una popolazione sempre più anziana, si può trovare vantaggio nel loro recupero/riuso, per esempio ottenendo un’abitazione con classe energetica elevata, se munita di buon tetto e buoni infissi. Una casa in terra cruda può insomma dare risposte significative ai cambiamenti climatici.

È necessario dare importanza alla qualità dell’abitare: la casa è la nostra terza pelle. L’uomo che abita in una casa in terra cruda matura determinate caratteristiche improntate alla qualità della vita, come succede a un vino che invecchia in una barrique selezionata”.

I numeri della Fiera: 250 espositori, 12 mila metri quadrati di superficie espositiva coperti e oltre 45 mila esterni, più di un migliaio gli studenti universitari che l’hanno visitata, circa 500 studenti delle scuole superiori, a partire dagli istituti agrari di tutta la regione, e 400 bambini di tutte le scuole primarie di Lanciano, 16 appuntamenti di approfondimento, tra convegni, workshop e laboratori, arricchiti anche con degustazioni e momenti di confronto promossi in collaborazione con le migliori energie del territorio (Ordine degli ingegneri di Chieti, Enesco, ConnectAbruzzo per il Progetto Upskilling Rural cofinanziato da Erasmus+, Consorzio Ab.Side – Smart Innovation Enabler, Biodistretto Le verdi Valli Teatine, Consorzio di Difesa Produzioni Agricole d’Abruzzo, associazione culturale Il Mastrogiurato, Dipartimento di Sanità della Regione Abruzzo, Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali dell’Abruzzo, di Scerni, Città della Terra Cruda e CedTerra, associazione nazionale Città del Vino, collegio interprovinciale Chieti Pescara dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati a Chieti e L’Aquila, Istituto Tecnico Agrario Ridolfi-Zimarino di Scerni; Coldiretti e Cia).

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