di: Abruzzo Marrucino

La Cipolla Piatta presidio Slow Food

tra i "10 sapori da salvare" del GAL Maiella Verde

Fara Filiorum Petri

La Cipolla Piatta di Fara Filiorum Petri è una cipolla bianca, con la tunica tendente al dorato, che si distingue per la sua particolare forma schiacciata di grande dimensione e per il sapore dolce. Il suo territorio di coltivazione è caratterizzato da terreni di natura alluvionale, leggeri, ricchi di scheletro e soprattutto ben irrigati, da sempre denominati “Cipollari o Cipollaro”, situati a ridosso del fiume Foro e dei torrenti Vesola Sant’Angelo e Vesola San Martino. Essa viene coltivata in questo territorio da diversi secoli, come testimoniano alcuni atti storici di donazione, divisione e vendita, redatti dal notaio Gianfrancesco Pitetti di Fara Filiorum Petri tra il 1788 e il 1837, che trattano di appezzamenti detti, appunto, “Cipollari”.

Secondo la tradizione, nel 1300, i monaci del locale convento di Sant'Eufemia si dedicavano alla coltivazione, nei loro orti, di un tipo di cipolla particolare, sia per forma che per sapore.

Per impedire che la coltivazione di questo ortaggio andasse persa, il GAL Maiella Verde ha finanziato un progetto inserendola nei “10 sapori da salvare”.

Anche Slow Food lo ha valorizzato facendone uno dei suoi presidi, mentre la Regione Abruzzo lo ha inserito nell’Elenco dei Prodotti tipici tradizionali minori.

Un evento, inoltre, la promuove da 17 anni nel suo paese di produzione: la Festa della Fara Cipollara viene organizzata nel centro storico di Fara, ogni primo fine settimana di agosto, dall’Associazione Produttori della Cipolla Bianca Piatta di Fara Filiorum Petri. Collaborano alla realizzazione della Festa altre associazioni e l’Amministrazione comunale.

L'intento dell'associazione dei produttori è di restituire valore a una cipolla a lungo oscurata da prodotti simili ma dalle caratteristiche diverse e di potenziare la vendita attraverso una rete commerciale capace di garantire una consegna del prodotto celere e diretta. Altro obiettivo è di prevedere una struttura di stoccaggio del raccolto e trasformazione della cipolla. 

È stato poi redatto un Disciplinare di produzione adottato dalla stessa Associazione dei Produttori e approvato in via definitiva da Slow Food nazionale nel 2016: stabilisce che essa venga coltivata solo nelle aree in cui è sempre stata coltivata da secoli. Inoltre, nello stesso disciplinare, sono previste le tecniche di coltivazione, di produzione, nonché di commercializzazione del prodotto naturale o trasformato. Nel disciplinare è anche specificato tutto quello che concerne la conservazione del seme e la gestione; è previsto il controllo del rispetto del disciplinare da parte dei produttori e la tutela della cipolla presidio.

Questa cipolla contiene elementi salutari, antiossidanti, come la quercetina, e flavonoidi. Il suo basso contenuto zuccherino la rende adatta ai soggetti diabetici, e anche il suo contenuto calorico è bassissimo. Ha scarso valore nutrizionale in quanto le percentuali di sali minerali e vitamine, carboidrati, calorie, proteine e fibre sono minime. I grassi non superano lo 0,1% su 100 grammi di prodotto. L’alta percentuale di acqua contenuta ha azione diuretica e depurativa, mentre la presenza della glucochinina, un ormone vegetale, le conferisce proprietà antibatteriche. Proprio il contenuto di acqua la rende inadatta alla lunga conservazione, ma è ideale alla trasformazione. Ottima per realizzare pestati, marmellate, paté. Da cruda è più digeribile in quanto la cottura favorisce la perdita di alcuni enzimi.

Questo bulbo ha anche numerosi impieghi terapeutici: in dermatologia può essere utilizzato come antibiotico e antibatterico, semplicemente applicando il succo sulla parte da disinfettare; è anche un ottimo espettorante: specialmente unito al miele, è un decongestionante della faringe. Ha funzioni ipoglicemizzanti in quanto abbassa il livello di glucosio nel sangue.

L'esperto in Scienze Gastronomiche Gino Primavera consiglia di gustare questo bulbo con altri prodotti abruzzesi, quali zafferano e olio di Intosso, e preparare alcuni assaggi a base di cipolla di Fara, cruda, affettata e lasciata in infusione per poco tempo nel ghiaccio affinché diventi più croccante. Servire con olio extravergine di Intosso e crostino di pane integrale.

Oppure di preparare uno sciroppo di cipolla: prendere una cipolla di medie dimensioni, tagliarla a fettine sottili e disporla in un contenitore basso e largo. Aggiungere una spruzzata di aceto di mele e ricoprire il tutto con zucchero o miele. Coprire il contenitore e lasciare macerare per qualche giorno. Separare il liquido dalla cipolla per ottenere lo sciroppo zuccherino.

Il barman Valerio Cinalli ne fa la base per il suo cocktail “Cepa Bum”, con Vodka allo zenzero, soda frizzante e sciroppo di cipolle, ottimo come rinfrescante nelle sere d’estate.

La trasmissione di Rai Tre Geo ha dedicato alla cipolla di Fara un servizio: vai al video!

Lettura consigliata:

Gino Primavera - Nunzio Di Paolo, Bevo la foglia. Le alchimie del bere con prodotti abruzzesi in 112 ricette. Carsa, 2016

 

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