di: Abruzzo Marrucino

I Fuochi di San Giovanni a Roccamontepiano

Pire, musica popolare, gastronomia

Roccamontepiano

23 giugno 2024

La bella stagione è arrivata e con sé arriva la Festa di San Giovanni, cerimonia popolare che si rinnova ogni anno, il 24 di giugno. Festa religiosa e rito magico allo stesso tempo, è legata alla natura che si rinnova ciclicamente, all’eliminazione delle negatività, alla propiziazione di benessere e ai gesti purificatori compiuti attraverso acqua e fuoco.

Sono molti i paesi che nella propria tradizione celebrano il giorno dedicato a San Giovanni Battista, ma a Roccamontepiano questa ricorrenza ha un sapore diverso perché riporta alla memoria un evento tragico. Fu proprio nei giorni in cui si celebrava il culto di San Giovanni che il paese fu completamente distrutto da una frana apocalittica. Il paese di Roccamontepiano, sorto intorno al castello dei principi Orsini, in seguito di proprietà dei Colonna, scivolò lungo il pendio di Montepiano, trascinato da uno smottamento causato da tre giorni ininterrotti di pioggia, tra il 20 e 23 giugno del 1765. In quei giorni ogni contrada partecipava attivamente alla Festa, allestendo una pira di legna, rovi e paglia in località La Grava, lì dove sorgeva l'antico abitato della Rocca. Per secoli i ruscelli e le acque sotterranee avevano minato la stabilità del sito finché non collassò improvvisamente, causando la morte di cinquecento persone, la distruzione dell'intero borgo con il castello, la cinta muraria e le varie chiese.

Il nostro San Giovanni sta per arrivare (di Adamo Carulli)

Perché a Roccamontepiano il San Giovanni ha qualcosa di diverso, di magico, di più intenso?

Qui, più che in altri luoghi, la celebrazione è totalmente avvolta dentro la potente natura di un luogo sacro come è quello della Grava-Montepiano.

Qui, fino al 24 giugno 1765, sorgeva l'antico paese arroccato sulle sue possenti rupi.

Dopo tre giorni di incessante pioggia, la mattina di San Giovanni, tutto ebbe fine.

La distruzione apocalittica del paese avvenne in pochi attimi, per opera di una frana che trascinò a valle l'intero abitato.

Cinquecento dei suoi abitanti, dei duemila che risiedevano qui, perirono insieme a tanta altra parte di bestiame e alla distruzione di abitazioni, fontane, chiese e torri.

Tutto andò perso, irrimediabilmente, e le ferite di quella tragedia distante da noi 258 anni, sono ancora vive.

San Giovanni è quindi la festa che invita tutti a cogliere l'attimo, gioire, vivere pienamente, prima che sta troppo tardi.

È la festa del fuoco che brucia tutto, che rende propizia la terra, che scalda e unisce, con la sua luce, il giorno più lungo con la notte più corta.

È la festa dell'acqua che sgorga in questi luoghi, in tante sorgenti lustrali, divenendo sacra in ogni sua fontana (San Rocco, Madonna delle Grazie, Beato Tommaso, San Giovanni Battista del Convento, ecc.).

È la terra sacra che custodisce la memoria della nostra comunità.

È l'aria fresca del mattino che si accende, con i primi raggi del sole che nascono dal Mar Adriatico. La vista che si scorge dalla mistica rupe di Montepiano è unica.

Qui gli elementi primordiali vi sono tutti e la tradizione del decollato Battista è onorato nel giorno della sua nascita e fin dalla vigilia.

Qui l'amicizia si rinsalda tra compari e commare di fiori con lo scambio di ramajetti e il bagno delle mani nella fontana della Grava.

Qui ci si sveglia la mattina presto, prima del sorgere del sole, per bagnarsi con l'acqua magica e profumata di San Giovanni.

Qui si chiede protezione nel rinnovare il voto della comune amicizia e l'impegno ad onorare la natura e il santo, come in ogni anno.

Nessuna presunzione, ma piena consapevolezza che se esiste una tradizione così forte nella nostra gente, la si deve anche alla potenza delle forze della natura che qui sono presenti in maniera più evidente.

Domenica 23 giugno, ore 19.30, in località La Grava, Santa Messa in ricordo delle vittime della frana del 1765. Ore 21.00, località La Grava, accensione delle pire in onore di san Giovanni. A seguire, musiche popolari. 

Si potrà trovare l'area dedicata alla gastronomia con "lu cumberzijune" (pasto frugale dei lavori nei campi).

Ci saranno anche lo scambio dei "ramajetti", mazzolini di fiori scambiati tra “commare” e compari, e il rito del bagno delle mani presso la fontana monumentale. 

L’evento ha il patrocinio del Comune di Roccamontepiano ed è organizzato dalla Pro Loco di Roccamontepiano e altri enti/associazioni.

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