di: Abruzzo Marrucino

È tempo di vin brulé

Il vino caldo delle feste spopola nei mercatini di Natale

Vino rosso, zucchero, spezie aromatiche: sono i pochi ingredienti per preparare la bevanda calda simbolo delle Feste. Facilissima anche da preparare in casa.

L'atmosfera magica delle Feste, tra luci colorate e leccornie, nella tradizione nordeuropea è racchiusa nei mercatini di NataleÈ in queste fiere all'aperto che ci si concede un caldo ristoro fra dolci e prodotti tipici. Tra le bevande si può scegliere Sidro di mele, spremuta di melagrana, cioccolata calda, tisana, ma la vera star delle camminate al freddo è il vin brulé.

Il nostro vin brulé

vin brulé

Il nostro vin brulé... di Vera Delle Monache

Nelle fredde serate invernali, quando le famiglie si riunivano per passare del tempo insieme, una delle bevande più usate era una specie di vin brulé.

Questo anche oggi è la bevanda tipica delle zone montane in inverno, ottima per prevenire le malattie di stagione. Ricca di energia, protagonista dell'inverno e delle veglie di oggi e di ieri. Una semplice, profumata bevanda di conforto.

Vino, cannella in stecca e buccia di arancia. Con questi semplici ingredienti lo preparavamo in casa: era il nostro il vin brulé. Non aggiungevamo lo zucchero e nemmeno altro. Ricordo che mia mamma lo preparava in un tegame smaltato di rosso.

Nella ricetta del vin brulé, invece, ci sono tanti altri ingredienti.

 

Ricetta del vin brulé classico

Ingredienti:

-1 litro di vino rosso

-150 grammi di zucchero

-1 arancia

-2 stecche di cannella

-1 anice stellato

-1 limone

-8 chiodi di garofano

- mezza noce moscata

-1 mela piccola

Procedimento:

lavare l'arancia tagliando la scorza, lavare la mela e tagliarla a rondelle sottili. In una pentola versare prima di tutto lo zucchero, aggiungere le stecche di cannella, i chiodi di garofano, le mele e le scorze tagliate in precedenza, la mezza noce moscata grattugiata e infine versare il vino. Accendere il fuoco e portare in ebollizione per 5 minuti finché lo zucchero non si sia sciolto del tutto. Lasciare riposare per 1-2 minuti.

Storie e varianti del vin brulé

vin brulé

dal Gambero Rosso | a cura di Michela Becchi 

Vin brulé, la ricetta di Ippocrate

Una ricetta millenaria che affonda le sue origini nell'Antica Roma, con il contidumparadoxum, un vino addolcito con miele, scaldato a più riprese e aromatizzato con pepe, foglie di nardo, zafferano e datteri, offerto agli ospiti a fine pasto. Nel Medioevo, invece, si beveva l'ipocrasvino arricchito con erbe officinali e consumato freddo, ma sembra che all'origine della ricetta ci sia lo zampino di Ippocrate, medico greco del V secolo a.C., anche se le prime testimonianze scritte compaiono solo alla fine del Duecento nel volume “Tractatus de modo preparandi et condiendi omnia cibaria”.

Glögg svedese: il vino cattivo addolcito con le spezie

Una pratica diffusa in tutta Europa, quella di aggiungere spezie al vino, un po' per le loro proprietà nutraceutiche (la cannella, per esempio, è ricca di antiossidanti ed è uno dei più antichi rimedi naturali per combattere raffreddore e influenza), e un po' per coprire il sapore della bevanda, al tempo di scarsa qualità e spesso rancida a causa delle cattive condizioni di trasporto e conservazione.

Per cercare di migliorarne il gusto, gli svedesi inventarono il glöggun vino caldo speziato da consumare durante i pasti, a cui aggiunsero anche un goccio di cognac. Ancora oggi il glögg si prepara così, con vino rosso, cognac, zucchero, anice stellato, cardamomo, cannella, chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, arancia, uva passa e mandorle.

Da vino da pasto a bevanda natalizia

È proprio con la bevanda svedese che il vino caldo inizia a essere associato al Natale. La svolta avviene alla fine dell'Ottocento, quando vinattieri e speziali decidono di portare i loro prodotti fra i banchi dei mercati, proponendoli in bottiglie dipinte a mano in occasione delle feste. Le ricette, fino ad allora custodite gelosamente, iniziano a diffondersi creando una nuova tendenza natalizia, che ben presto raggiunge anche le nazioni più lontane.

Gluhwein tedesco: tradizioni e abbinamenti

Fra le tante varianti un posto d'onore lo merita il gluhwein tedesco, a base di vino rosso, cardamomo, chiodi di garofano, alloro, cannella e scorza di agrumi. In Germania non esiste mercatino, evento o anche pranzo in famiglia nel periodo delle feste senza un bicchiere di vino caldo.

Ed è proprio in terra tedesca che questa bevanda ha avuto maggior successo: del resto, i mercatini - al secolo Mercati di San Nicola, ribattezzati Christkindlmarkt in seguito alla riforma protestante - hanno avuto origine proprio qui attorno al XV secolo, in una Dresda dell'epoca, agghindata a tema per l'occasione.

Qui, ad accompagnare il vino ci pensano i lebkuchen, dolci inventati dai monaci in Franconia nel XIII secolo, molto simili al nostro panpepato, con miele, spezie, noci e frutta candita. Ma soprattutto gli spekulatiusbiscotti alla cannella di origine fiamminga realizzati con stampi in rilievo di legno o terracotta, da gustare inzuppati in un calice di gluhwein.

Tante anche le specialità salate come i bratwurst, salsicce a base di carne di manzo o vitello, oppure le Nürnberger Rostbratwurst, salsicce di Norimberga IGP, preparate con carne suina senza cotenna e pancetta, solitamente aromatizzate con maggiorana, pepe, cerfoglio, cardamomo, zenzero e limone.

Francia e Inghilterra: vin chaud e mulled wine

Fra i più grandi mercatini d'Europa, quello di Strasburgo, con circa 300 chalet distribuiti in 12 location nel cuore della città. Fra addobbi e abeti illuminati, è impossibile resistere alla tentazione del profumo dolcemente speziato che si sprigiona dalle pentole di rame. Il vin chaud francese prevede l'aggiunta di un goccio di cognac, e viene gustato in abbinamento ai bredelebiscotti di pasta frolla di tradizione alsaziana, senza dimenticare i männele, brioche a forma di omino.

L'Inghilterra risponde con il mulled wineinsaporito con arancia, limone, cannella, noce moscata, semi di finocchio, anice stellato, chiodi di garofano, cardamomo e zenzero, disponibile in tutte le fiere natalizie. Al fianco di ogni tino di vino, nei mercati del Regno Unito non può mancare il sidro di mele caldo – molto diffuso anche in America - bevanda dolce aromatizzata con lo stesso mix di spezie, e resa ancor più golosa dall'aggiunta di miele e whisky.

Il vin brulé italiano

Anche in Italia la bevanda raccoglie da sempre i favori di tutti i consumatori. È soprattutto in Trentino Alto Adige, una regione ricca di richiami alla cultura mitteleuropea e dalla marcata atmosfera nordica, che il vin brulé ha preso piede, divenendo il prodotto simbolo dei mercatini.

Il vin brulé riscalda i mercatini di Natale della Maiella

mercatino di Natale Caramanico

Anche nei paesi della nostra Maiella si trovano mercatini di Natale in cui il vin brulé spopola: Pretoro, Roccamontepiano, Bucchianico, Caramanico.

Il vino "cotto" era la ricetta delle nostre nonne per combattere le malattie da raffreddamento: si metteva a scaldare in un pentolino il vino e, quando arrivava a bollore, si infiammava per eliminare l'alcol e si sorbiva molto caldo.

Ma il fascino del vino caldo speziato del Nord ha conquistato i palati di oggi e il vin brulé da solo, offrendo un conforto profumato durante le passeggiate al freddo, riesce a richiamare turisti e passanti, che poi affollano i mercatini.    

 

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