La tecnica del "massone" è prevalente in Abruzzo. Consiste nel ricavare - una volta anche con l’aiuto degli animali - panetti da una poltiglia di argilla, paglia e acqua, senza una precisa forma geometrica, ma più o meno della stessa misura, con spessore medio di una quindicina di centimetri. Questi pani di terra, si avvolgono con altra paglia e si pongono in opera a fresco, in modo che risultino trasversi rispetto alla lunghezza del muro. “Il muro della casa era realizzato partendo direttamente dal terreno, senza fondazioni, ed era costruito per anelli di circa 80 cm a seguire tutto il pericolo della costruzione” (Stefania Giardinelli, Studi sull’arte dell’architettura in terra cruda in Abruzzo). Sorgono così i quattro muri perimetrali e i divisori. Si procede poi alla messa in opera di robuste travi di quercia che dovranno reggere il tetto a due spioventi, molto sporgenti per proteggere i muri dagli agenti atmosferici. Oltre a un buon cappello, la casa di terra deve avere buoni stivali, una zoccolatura intonacata o in laterizi per evitare lo scivolamento dell’argilla.
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