di: Anna Crisante

Casalincontrada ospita architetta da Grenoble

Ricerca sulle tecniche delle case in terra cruda e lavoro sul Censimento della Provincia di Chieti in aggiornamento

Casalincontrada

18/02/2024

Ormai è una connessione imprescindibile, quella tra le case in terra cruda e l’ecosostenibilità, esigenza sempre più sentita dall’uomo contemporaneo alla ricerca di materiali naturali per il proprio benessere, anche nell’abitare.

Il tema è oggetto di studio nelle università ed è stato sviluppato nell’ultima edizione della Festa della Terra di Casalincontrada, a cura dell’associazione Terrae Odv. Lo stesso tema ha richiamato l’interesse della giovane architetta pistoiese Laura Mannucci che ha appena trascorso una settimana tra le case in crudo di Casalincontrada per un lavoro di ricerca che sta svolgendo all’interno della formazione post-laurea alla Scuola Nazionale Superiore di Architettura di Grenoble (ENSAG), in Francia, presso il Centro di ricerca internazionale sull’architettura in terra cruda CRAterre.

“Sto lavorando su un Memoir – dice l’architetta –, Tesi di fine Master di ricerca approfondita. Per questo sono rimasta un anno a Grenoble, per il secondo anno di tirocinio. Sono laureata in Architettura all’Università di Firenze e ho coltivato un interesse personale nei confronti del materiale terra, argomento che all’università non è stato trattato. Ero affascinata dai materiali naturali usati in architettura. Ho presentato una Tesi, nel 2021, sull’analisi dei borghi abbandonati dell’Appennino tosco-emiliano e sulle strategie per il loro recupero in chiave sostenibile. L’abbandono si verificò dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando gli abitanti si spostarono nei paesi lungofiume o in realtà meno isolate.

Dopo la Tesi ho fatto un percorso formativo sull’utilizzo di materiali naturali in architettura, e sono stata indirizzata a CRAterre dalla professoressa Letizia Dipasquale. In Francia c’è un patrimonio di terra cruda molto ampio, al Sud si utilizza più la tecnica del pisé in terra compattata, al Nord la bauge. Si basa sempre su terra e paglia, materiale che si può trovare ovunque e che può essere dismesso ridiventando terra. Mi sono informata sulle realtà italiane che trattano l’argomento e sono venuta a conoscenza della Festa della Terra che quest’anno parlava di terra, canapa e calce. Quindi questa estate sono stata a Casalincontrada, al workshop di Luciano Riberi e ho appreso la tecnica del massone, variante locale del metodo bauge. È un tipo di materiale che conosco sempre meglio, facendo, sperimentando gli impasti e unendo materiali diversi.

In quell’ occasione ho appreso del nuovo Censimento della Provincia di Chieti sulle case in terra cruda e ho pensato di unire le due cose, la ricerca e l’osservazione. La mia ricerca si basa sulla relazione tra architettura in terra e rischio sismico: proprio qui si sono sviluppati un sapere nell’uso di un materiale facilmente reperibile e tecniche idonee alla resistenza di un edificio. Quali potrebbero avere ancora validità? Può essere sperimentato un nuovo metodo considerando l’evoluzione tecnologica?

Ho già iniziato il mio lavoro con l’aggiornamento del censimento al 2024: prendo edifici-campione per tipologia edilizia esistenti e, attraverso il censimento del 1999, studio la tendenza del patrimonio in terra cruda, quanti sono gli edifici abbandonati, quanti quelli recuperati. Mi sono avvalsa del lavoro dell’architetta Ambra Lattanzio che nel 2015/16 ha realizzato una nuova schedatura di alcuni edifici, li ha divisi in sezioni attraverso schede da compilare. Inoltre, le didascalie danno una lettura più veloce delle informazioni, si ha subito una visione del contesto. L’area della mia ricerca è Casalincontrada: Case Aceto, casa D’Orazio, Borgo Malandra Vecchia, casa di Edoardo, Borgocapo, Casa di Teresa. La mia idea è di andare a vedere qualche casa diroccata, cercare esempi di buone pratiche con recupero e le case in stato di abbandono. Ho l’impressione che le persone che sono vissute in queste case, quelle più anziane, si siano affezionate al tipo di architettura. Ma non parlando di esse, non si sviluppa la consapevolezza in queste persone. Non conoscendo queste case, dall’esterno vengono associate alle capanne di fango con tetto in paglia. Maggiori informazioni potrebbero condurre alla cura e sviluppare una curiosità verso questo patrimonio. Comunicare e informare le persone di quello che c’è qui credo sia importante. L’architettura in terra permette una interazione tra le persone, crea collettività: c’è una funzione sociale dietro il materiale terra. Mi piacerebbe costruire la mia casa, diffondere il verbo, essere coinvolta in progetti comunitari”, conclude Mannucci, 28 anni e tanto amore per la terra cruda.

Nel frattempo, l’architetta ha abitato nella terra cruda soggiornando in Case Aceto, B&B di Colle Petrano, a Casalincontrada. La struttura è aggregata a un nucleo rurale costituito da edifici di diverse epoche, in bassa collina. Il nucleo è stato costruito con una organizzazione gerarchica di tipo urbano. L’aggregato comprende sei edifici: cinque di essi formano il nucleo originario rurale, legato alla conduzione del fondo; il sesto è di più recente costruzione. Quattro edifici sono in terra cruda. Il manufatto è a pianta rettangolare, con quattro ambienti su due livelli, scala e loggia in muratura, con solaio in legno e parapetto in laterizio. La tecnica costruttiva è quella del massone.

Durante la Festa della Terra 2023 una sezione è stata dedicata al Censimento delle case di terra in Provincia di Chieti, all’aggiornamento del PTCP, ricerche e GIS. È seguita la rinnovata firma del Protocollo d’Intesa tra la Provincia di Chieti e l’Associazione Internazionale Città della terra cruda per il Progetto di aggiornamento del Censimento delle case di terra sul territorio della provincia di Chieti, che è in fase di definizione. A questo proposito l’architetto Gianfranco Conti, referente di Terrae Odv che gestisce il CedTerra (Centro di documentazione sulle case di terra) del Comune di Casalincontrada, ha informato che per essere operativo, il Censimento aspetta soltanto l’uscita del Decreto del presidente della Provincia di Chieti: “questo è un censimento dinamico, non è un elenco. È un aggiornamento, riapre il discorso su come collocare queste case all’interno di progetti reali di recupero e valorizzazione. Così la Festa della Terra si riconferma un momento di visibilità del territorio, di formazione, di scambio di esperienze. È importante che la comunità si riconosca in tutto questo, che non si parli di archeologia ma di storie di vita del territorio”.

L’aggiornamento del censimento testimonia l’importanza di questo patrimonio dalla valenza internazionale, la necessità di una rilettura del fenomeno e una riproposizione culturale e funzionale in modo da incentivare il recupero e il mantenimento dello stesso patrimonio. Esso potrebbe portare a valutare un diverso modo di abitare, potrebbe incentivare programmi sperimentali tesi a trovare una risposta a un modo di costruire che sia tecnologico pur con le basi della tradizione.

La Provincia di Chieti, con apposita Delibera del 27 dicembre 2022, aveva rinnovato il suo interesse per le case di terra cruda e aveva autorizzato la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa con l’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda, ritenuta strategica per l’avvio delle attività di collaborazione e di aggiornamento del Censimento delle case di terra, per dare attuazione a progetti e programmi di ricerca, sviluppo e innovazione. L’Intesa avrebbe impegnato concretamente l’Ente, in fase di programmazione e di Bilancio, nel “dare piena attuazione operativa a tutte le necessarie risorse, sia in termini economici che di personale, per il perseguimento dell’obiettivo”: il trasferimento delle antiche conoscenze costruttive, che possono diventare modelli sperimentali per la promozione di una nuova architettura sostenibile, e la divulgazione di esse tramite un sistema informativo geografico da inserire sul Web (webgis).

La stessa Provincia, nel 2021, aveva approvato un Documento Programmatico di Indirizzo che definiva le linee strategiche di sviluppo territoriale e che avrebbero costituito la base del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), con la valorizzazione del paesaggio agricolo, la salvaguardia e la tutela della sua unicità storica, architettonica ed etnografica.

La Provincia di Chieti, già con il primo “Censimento delle case in terra cruda” del 1997, aveva riconosciuto il “valore identitario rappresentato dal tematismo dell’architettura tradizionale delle case di terra” che, nel caratterizzare il paesaggio rurale, costituisce una peculiarità nell’intero ambito provinciale, sia per l’elevato numero di edifici individuati e coinvolti - circa 322 -, sia per le loro comuni caratteristiche costruttive e tipologiche. Questa prima ricognizione confluì nel redigendo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e fu affiancata da una serie di attività finalizzate alla tutela e valorizzazione del patrimonio rurale che vide il coinvolgimento, nel 1999, anche della Regione Abruzzo – Assessorato Urbanistica e Beni Ambientali, con un proprio censimento delle case in terra cruda sull’intero territorio regionale. Lo stesso Piano Paesaggistico regionale venne sottoposto a revisione inserendo il tematismo delle case di terra.

L’architettura in terra cruda costituisce, infatti, per la Regione Abruzzo un importante patrimonio dell’architettura tradizionale, che interessa 42 Comuni e circa 800 edifici. Perciò essa ha definito le linee operative e di intervento per la conservazione, valorizzazione e riuso dei manufatti in terra cruda, sia con funzioni abitative che produttive. A questo fine, per sviluppare progetti pilota sul tema della ricostruzione e recupero delle case in terra cruda, è stato individuato di fatto quale riferimento territoriale il CeD Terra (Centro di documentazione permanente sulle case di terra cruda) del Comune di Casalincontrada, iscritto all’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda, riconosciuto nel 1992 dalla stessa Regione come Museo di IV categoria e successivamente, nel 2005, riconosciuto anche Centro di Educazione Ambientale (C.E.A.). Inoltre, nel 2016 – pubblicato sul BURA nel 2017 - la stessa Regione aveva firmato un Protocollo d’Intesa con l’Associazione Internazionale della Terra Cruda per l’avvio di una collaborazione sui temi dell’architettura in terra cruda e dell’uso dei materiali naturali, non seguita però dall’individuazione delle risorse.

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