di: Anna Crisante

ABITARE IL TEMPO IN ABRUZZO

Sguardi sulle case in terra cruda

Abitare il tempo in Abruzzo. Sguardi sulle case in terra cruda”, di Tiziana Francavilla, è un libro fotografico sulle case in terra cruda che nella regione Abruzzo rappresentano soprattutto l’architettura rurale. Architettura spontanea e vernacolare, che si basava sul sapere artigianale, tramandato di generazione in generazione. Un sapere pratico di tecniche costruttive appropriate ai siti di edificazione, elaborate sulle necessità di chi quelle case le abitava, alle quali la materia si adattava con libertà, sapienza e creatività.

Il testo si presenta dinamico, a partire dalla forma grafica che offre varie prospettive per guardare i manufatti di terra: dalla tecnica architettonica alle caratteristiche ambientali, dall’approfondimento nei particolari, alla curiosità verso gli oggetti di uso quotidiano. Oltre la terra, rimane la “casa”, costruzione simbolica che orienta scelte e comportamenti, spazio per investire sogni, desideri e alimentare ricordi.

Attraverso la fotografia rispettosa e mai artificiosa di Tiziana, possiamo osservare abitudini e tradizioni della gente d’Abruzzo, ripercorrere le origini degli edifici contemporanei e comprendere le motivazioni per le quali essi non corrispondano più ai nostri bisogni.

La casa di terra è una casa che si nutre di Natura, è costruita assecondando i ritmi degli uomini e gli spazi. Rappresenta una occasione per ripensare il modo di vivere la città contemporanea, sempre più individualista e ripiegata negli appartamenti, a discapito della socialità. Nell’architettura in terra cruda è, invece, insito un modello sociale basato sui legami tra le persone, sul mutuo aiuto e sulla solidarietà.

Con l'attuale crisi ecologica proprio il libro di Tiziana ci aiuta a comprendere il come abitiamo oggi, le trasformazioni del vivere nel tempo. Le sue fotografie, pagina dopo pagina, ci insegnano qualcosa: sono un viaggio verso la consapevolezza del “sostenibile” ed “ecologico”; stimolano un ripensamento sul nostro modo di concepire una casa, offrendo un paragone tra lo ieri e l’oggi; ci interrogano sul nostro comportamento nella gestione delle risorse. Ci conducono, infine, verso nuovi modi di interpretare il presente che guarda allo sviluppo sostenibile per il miglioramento della qualità della vita e del benessere sociale.

Oggi costruire in terra cruda evidenzia una volontà di tornare a intessere relazioni col vicinato, una buona pratica che potrebbe contribuire a contrastare lo spopolamento dei paesi interni, riportando le persone nelle aree abbandonate, spingendole a lavorare e formarsi lì, a creare una nuova vita insieme agli abitanti dei luoghi.

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Tiziana Francavilla, nata a Torrevecchia Teatina (CH), è laureata in Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, già insegnante nella scuola primaria e secondaria. Negli anni ha organizzato corsi e progetti fotografici con Enti e Associazioni.

Il libro, di D’Abruzzo Edizioni Menabò, è stato pubblicato con il contributo di:

-Associazione Internazionale “Città della terra cruda”, che promuove il riconoscimento delle architetture in terra quali espressioni di identità e per lo sviluppo sostenibile;

-CeDTerra di Casalincontrada, che con la Festa della terra cerca una chiave di interpretazione di questo tipo di architettura e prova a leggere la complessità dell’abitare contemporaneo. Il Centro di Documentazione promuove il concorso fotografico internazionale “Case di Terra – Paesaggio di Architetture”, con mostra espositiva, per consolidare il tematismo sulla terra cruda e organizza laboratori pratici sulla terra cruda;

-nell’apparato introduttivo, dell’architetto Gianfranco Conti, del fotografo Mauro Vitale, dello scrittore Remo Rapino e della giornalista Anna Crisante.

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Introduzione di copertina

Abitare il tempo in Abruzzo - copertina

Una possibile alternativa all’estinzione delle case di terra è legata al

significato da dare a queste “sopravvissute”: legare con più forza le case di terra al loro

contesto ambientale, economico e culturale introducendo il tema del paesaggio che può

rappresentare l’ulteriore elemento che contribuisce alla valorizzazione dell’architettura

in terra cruda e alla sua salvaguardia.

Oggi, per la prima volta, in Abruzzo, seppure con difficoltà, si assiste ad un lavoro

sistematico di recupero attuato grazie anche a leggi regionali che hanno convinto i

proprietari del valore delle loro case di terra e della possibilità di recuperarle a fini abitativi

o ricettivi.

Il lavoro fotografico di Tiziana Francavilla ben si colloca in questa prospettiva dove le

case di terra non vogliono suscitare solo ricordo o nostalgia da collocare nella memoria,

ma stimolare un’attenzione fatta di domande sulla loro storia e il loro divenire da parte

di un osservatore interessato anche alla loro collocazione nell’abitare contemporaneo.

I racconti fotografici e i dettagli con le interviste ai “proprietari custodi” documentano

con efficacia un dialogo fatto di progetti, anche di vita, in essere. Un approccio questo,

quanto mai necessario, per recuperare le tematiche presenti di quello che oggi molti

definiscono “paesaggio fragile”. Quando parliamo di paesaggio fragile parliamo di contesti

in cui è importante definire trame e relazioni tra il paesaggio urbano e rurale dove si

insinua sempre più l’abbandono. Da qui l’importanza di questa ricerca fotografica che

contribuisce a contestualizzare le case di terra perché esse possano essere elementi di

conoscenza per chi vuole riabitare il territorio come luogo di relazioni.

Architetto Gianfranco Conti

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