di: Abruzzo Marrucino

La Comunità di Progetto

Gianfranco Conti è architetto per professione, e passione, si occupa della valorizzazione del territorio, in particolare dell’architettura che fa riferimento all’uso di materiali naturali come la terra cruda. Ha partecipato a gruppi di lavoro di sviluppo turistico sostenibile sia in Abruzzo che Molise, ha realizzato piani urbanistici per diversi centri storici e, negli ultimi anni, ha preso parte a una serie di attività che lo hanno portato ad occuparsi del recupero delle case di terra cruda a Casalincontrada.

Come e perché nasce il progetto TerrAccogliente?
L’idea nasce dall’evoluzione di un altro progetto “omonimo” legato all’associazione Città della Terra Cruda e focalizzato su itinerari culturali tra le case di terra, una formula di ospitalità diffusa volta a promuovere, attraverso laboratori didattici, la conservazione e il recupero degli edifici storici tradizionali di terra cruda.

La Comunità di Progetto TerrAccogliente si è costituita a Roccamontepiano il 27 febbraio del 2020.
La comunità nasce con l’obiettivo di valorizzare e promuovere un’area rurale e collinare dell’entroterra abruzzese, in provincia di Chieti, coinvolgendo tutti i portatori d’interesse presenti sul territorio, a cominciare dagli enti pubblici, le associazioni, le attività ricettive e i ristoranti, i piccoli imprenditori e gli agricoltori, fino ai singoli cittadini.

Con la comunità di progetto si vuole rendere TerrAccogliente più inclusiva, declinarla in un “Parco della Terra” aperto e senza luoghi confinati, valorizzare, insieme alle case di terra, il paesaggio, il territorio e quelle che sono le sue attrattive, così da poter promuovere modelli produttivi ed economici ecosostenibili e virtuosi in un’area rurale che negli ultimi anni ha subìto un notevole e inesorabile spopolamento.

Qual è il territorio di riferimento e quali sono le sue attrattive?
Si tratta di un’area collinare, storicamente a forte vocazione rurale, nella provincia di Chieti che include i borghi di Bucchianico, Casalincontrada, Fara Filiorum Petri, Pretoro, Roccamontepiano, San Martino sulla Marrucina e Vacri. Un territorio ai margini del Parco Nazionale della Majella, una collina argillosa che dalla montagna scende verso la costa adriatica. Un paesaggio contraddistinto dalla presenza dei calanchi che si ergono su una campagna dominata da uliveti e vigneti. All’attrattiva naturalistica, si affianca quella storico – culturale delle case di terra, dei piccoli borghi e degli insediamenti rurali, quella legata alla tradizione popolare e al folclore - si pensi alle Farchie di Fara Filiorum Petri o alla festa dei Banderesi di Bucchianico - e quella enogastronomica con il vino cotto di Roccamontepiano o la cipolla di Fara, per citare alcuni prodotti.

Quali sono gli obiettivi del progetto?
Il primo obiettivo è quello di mettere a sistema le esperienze esistenti sul territorio, capire quali possano essere le prospettive in termini di sviluppo turistico, ma non solo.
Per cominciare abbiamo bisogno di rendere il territorio “accogliente” per i cittadini residenti, dopodiché, di conseguenza, potrà esserlo anche per i potenziali visitatori.
È fondamentale la qualità della vita di chi vive e cura un territorio, sono proprio i cittadini a valorizzare questi luoghi, per questo è necessario coinvolgerli e sensibilizzarli.
È importante rendere partecipe e consapevole la comunità locale del patrimonio storico, culturale in cui essa è insediata – ovviamente è necessario anche ricreare una saldatura tra generazioni perché il “capitale” in questione non vada disperso – e capire in quali termini e come questo patrimonio possa diventare valore aggiunto per il settore turistico.

Qual è il turismo di riferimento?
Sicuramente quello “esperienziale” legato alla natura, all’outdoor e al trekking in particolare, un turismo lento e sostenibile focalizzato sui “cammini”; stiamo sviluppando una rete di itinerari di “paese in paese”. Poi a questo si vanno ad aggiungere e connettere l’elemento culturale e artigianale con le case di terra che ospitano laboratori didattici, quello tradizionale e folcloristico con eventi e iniziative che favoriscono la “coesione sociale”, quello enogastronomico.

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